In silenzio nel cuore della notte ci hai lasciato.
Due lunghissimi mesi . Senza schiamazzi, così come sei vissuta, dignitosa fino alla fine.
La malattia aveva scavato il tuo corpo e la tua mente.
Solo pochi sprazzi di lucidità, un battito di ciglia, una stretta della mano. Piccoli incomprensibili suoni flebili.
Solo la parola "mamma" risuonava sempre, veniva dal profondo del tuo cuore, come fosse stata una richiesta di aiuto.
Resterai nel mio cuore con le tue ansie e le ancestrali paure, resterà il ricordo di vita passata, di racconti antichi, dei viaggi tra i monti della Cortina e della Venezia di un tempo, dove solitamente trascorrevi tutta l'estate e delle passeggiate nel bellissimo e raccolto eremo di La Verna .
Resteranno le foto di bimbi , non dei tuoi bimbi perchè è il dono mancato, ma dei tuoi nipoti.
Del mio Lè, che in te, per anni, aveva avuto la seconda madre.
Delle mie "piccole", come ancora le chiamavi, dei miei genitori, che non passava giorno che non mandavi a salutare e quasi ti scusavi perchè dicevi che a loro volevi "un bene dell'anima senza togliere nulla a me".
Come se il bene si potesse misurare.
Ti voglio ricordare sdraiata sul tappeto a giocare con le "piccole": la zia delle "fettine panate e delle patatine fritte".
Ora forse le cucinerai lassù per qualche altro bimbo.